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Focus: la lettera dall'UE mette in crisi l'Italia
Per la Borsa italiana quella appena trascorsa è stata una settimana veramente difficile e anche questa non si prospetta delle migliori. Al centro dellattenzione cè ancora la questione relativa alla nota di aggiornamento al Def, che non convince gli investitori. Venerdì è arrivata una dura lettera dalla Commissione Europea che esprime preoccupazione sulle previsioni di deficit ben lontane dagli impegni presi in sede europea.
Il Governo sembra però fermo sulle sue decisioni e non intenzionato a ritrattare. Il vicepremier Matteo Salvini passa addirittura al contrattacco e afferma: «Se volessi pensare male direi che dietro lo spread di questi giorni cè una manovra di speculatori che puntano al fallimento di un Paese per comprare le aziende sane rimaste, a prezzi di saldo. A nome del Governo dico che non torneremo indietro. Chi vuole speculare sulleconomia italiana sappia che perde tempo».
Lo spread Btp/Bund intanto sfonda la soglia psicologica dei 300 punti con il rendimento del titolo italiano che sfiora il 3,6%, segnando nuovi massimi dal febbraio 2014.
Entro metà mese il Def dovrà essere rimandato alla Commissione Europea e probabilmente verso la fine di ottobre le principali agenzie di rating, Standard & Poors e Moodys, si pronunceranno dando un loro giudizio. Se si dovessero esprimere in modo negativo per leconomia italiana ci sarebbero serie ripercussioni.
Intanto lAmerica vola
Se il mercato italiano è considerato instabile, non è così per quello americano che vola verso nuovi record. I rendimenti delle obbligazioni governative sono in crescita, con i volumi giornalieri di trading in forte aumento. I dati sulloccupazione migliorano nuovamente e si registra un ulteriore rialzo dei salari. Il problema del momento sarebbe addirittura la difficoltà delle aziende di reperire personale. Leconomia degli Stati Uniti non è mai stata così forte.
Il petrolio ai massimi
Buone notizie anche sul mercato delle commodities, dove il petrolio è ancora in fase di rally. Il prezzo al barile è cresciuto del 3,5% la scorsa settimana ed è ora scambiato a USD 84,58, il livello più elevato degli ultimi quattro anni. Anche loro ha fatto registrare una buona performance con un aumento dell+1,4%. Il prezzo si attesta a USD 1.200. Infine, il rame raggiunge i USD 6.290 con un incremento dell1,7%.
Una settimana di grandi attese
In Italia lattenzione degli investitori sarà ancora puntata sulle dichiarazioni del Governo, ogni affermazione sarà messa sotto osservazione e probabilmente avrà ripercussioni sullandamento dei titoli azionari. DallEuropa si attende il dato trade balance della Germania e lo sviluppo delle trattative commerciali tra Europa e Cina.
La notizia che però merita più attenzione riguarda gli Stati Uniti. L11 ottobre infatti arriverà il dato relativo all U.S. consumer price index (CPI). In particolare, si osserverà se linflazione core, che esclude i dati più volatili come food ed energy, sarà intorno al 2%. Se così fosse, questa rappresenterebbe una conferma del cammino di normalizzazione della politica monetaria intrapreso dalla Fed.